Vocazione: la scelta di seguire il Signore

Ritagli di vocazione

Vocazione: la scelta di seguire il Signore

Testimonianza di un ordinando...

Perché farsi preti?
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito..”. Con queste parole l’evangelista Giovanni sintetizza il motivo della venuta di Gesù in mezzo a noi: Dio Padre ha mandato per amore il suo Figlio perché il mondo, per mezzo di lui, si salvi. Solo grazie a questa consolante speranza può nascere una vocazione, cioè la chiamata a seguire il Signore Gesù nella propria condizione di vita. C’è pertanto una prima fondamentale vocazione che nasce con il Battesimo: ogni battezzato ha il compito di crescere alla scuola di Gesù e del Vangelo, per imparare de Lui a fare della propria vita un dono per gli altri.


Intanto, con l’età adulta, ogni persona è chiamata a scegliere il proprio “posto” nella Chiesa e nel mondo, in base alle proprie attitudini e capacità, in ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce nel profondo del cuore. Fin da piccolo ho sentito forte la chiamata a diventare prete, anche grazie alla testimonianza di tanti bravi sacerdoti, buoni e generosi…Ora mi ritrovo quasi al termine del cammino di Seminario…con gratitudine ripenso agli anni vissuti, alle amicizie consolidate nella vita comunitaria…alle tante risate unite a intense testimonianze di vita cristiana…per tutto questo non posso che dire “grazie”! Da due anni cammino anche insieme con voi, comunità del S. Cuore, anche se in una forma molto “part-time”, limitata al fine settimana. Nonostante i miei limiti e ritardi, intravedo sempre la presenza e la bontà del Dio di Gesù in ogni volto che incontro... sì, lo Spirito di Dio presente nei nostri cuori ci permette di rialzare la testa, anche dopo i più grandi insuccessi… Sarebbe però molto triste se il vivere da cristiani fosse solo appannaggio dei preti e delle suore o di pochi altri “addetti ai lavori”. Il monaco francese Frere Roger scriveva ai giovani che il Vangelo porta in sé una speranza così bella che vi possiamo trovare una gioia dell’anima…”. Il Vangelo deve diventare per tutti noi (preti e laici) il riferimento costante delle nostre giornate…anche se sovente sperimentiamo la distanza e la fatica nel tradurre in vita quanto ascoltiamo…E’ proprio questa però la nostra “vocazione”…prima di essere genitori, educatori o preti ci sforziamo di essere cristiani attivi all’interno della società…in riferimento al Vangelo di Gesù. Alla sera della vita, diceva un monaco, non ti sarà chiesto “sei stato come Mosè?” o come qualche altro personaggio famoso ma “sei stato te stesso?”. Essere se stessi diventa allora la prima risposta alla vocazione cristiana, a quell’invito che Gesù, per ben tre volte rivolse a Pietro: “Quanto mi ami?”.

13 novembre 2007

Andrea Beretta


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